OGGI - Lc 19,1-10 |
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+ Dal Vangelo secondo Luca |
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Zacchèo |
Impedito dall’avvicinarsi a Gesù, probabilmente a motivo della sua cattiva fama, ed essendo piccolo di statura, Zaccheo si arrampica su un albero, per poter vedere il Maestro che passa. Questo gesto esteriore, un po’ ridicolo, esprime però l’atto interiore dell’uomo che cerca di portarsi sopra la folla per avere un contatto con Gesù. Zaccheo stesso non sa il senso profondo del suo gesto, non sa perché fa questo ma lo fa; nemmeno osa sperare che possa essere superata la distanza che lo separa dal Signore; si rassegna a vederlo solo di passaggio. Ma Gesù, quando arriva vicino a quell’albero, lo chiama per nome: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua» (Lc 19,5). Quell’uomo piccolo di statura, respinto da tutti e distante da Gesù, è come perduto nell’anonimato; ma Gesù lo chiama, e quel nome “Zaccheo”, nella lingua di quel tempo, ha un bel significato pieno di allusioni: “Zaccheo” infatti vuol dire “Dio ricorda” (Francesco 3.11.13). |
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Oggi |
Luca ci racconta bene il luogo: le strade di Gerico, l’albero di Sicomoro, ma non il tempo … non possiamo dire né il giorno né l’ora, la cronologia dei fatti è stentata quasi ad allargare la contingenza del momento alla universalità. L’«oggi» non è quello cronologico, piuttosto quello che attraversa gli «oggi» di ogni tempo, è l’«oggi» che mi appartiene e che mi coinvolge. «L’altro modo di contare il tempo è la nostra memoria, non sa cosa farsene del metro e del mese, dei lustri e degli ettari. Ciò che si è dimenticato è vecchio. Le cose indimenticabili sono appena accadute. Il metro in questo caso non è l’orologio, ma il valore» (E. Kaestner). |
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devo |
Perché Gesù è così imperativo, a quale dovere si riferisce se non del suo intimo bisogno di amare. È l’imperativo costante di tutta la sua vita nell’avvicinare l’uomo; non è ubbidienza ad una regola, né ad un comando esplicito del Padre, è l’imperativo che nasce dal suo cuore. È il suo imperativo d’amore che sovrasta la nostra piccolezza (Zaccheo era piccolo di statura), che va in cerca di chi era perduto (Zaccheo si era nascosto tra le fronde dell’albero), che scardina le nostre convenzioni (Zaccheo era un pubblicano rifiutato dagli altri), che si mette a servizio dell’altro (Gesù guarda Zaccheo dal basso verso l’alto). |
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fermarmi |
Gesù non è come le volpi che hanno una tana o gli uccelli che abitano un nido, il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo (Lc 9,58), eppure è suo desiderio fermarsi. Passa per le strade dell’uomo, le sue città e come Gerico la stava attraversando, sembra perennemente di passaggio invece desidera fermarsi, trovare stabilità, fissare un luogo di residenza dove rimanere per sempre. Quando è in cammino con i discepoli di Emmaus, parla con loro, mentre entra nella loro casa per rimanere con loro, ed è riconosciuto sparisce dalla loro vista ma non dall’ardore del loro cuore (cfr Lc 19,31). Nel cuore dell’uomo Gesù desidera fermarsi. |
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a casa tua |
Zaccheo era salito sul sicomoro per vedere Gesù, ma al contrario è Gesù che si ferma per vedere Zaccheo; lo chiama per nome (coglie così il profondo della sua dignità) superando ogni umana consuetudine di rifiuto, decide di andare nella sua casa, nella dimora e nella vita di Zaccheo, manifestando pienezza nella libertà. Zaccheo allora si arrampica sulla sua vita e la rivoluziona. L’«oggi» della presenza di Gesù nella sua casa, incide il passato di ingiustizia e di furto per proiettarsi in un futuro di misericordia: Oggi per questa casa è venuta la salvezza. |